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l monte, posto in un'area di confine tra territorio umbro ed etrusco, ha esercitato, fin dall'antichità, insieme a Monte Tezio (Tav. 1, n. 23), il controllo del territorio, delle vie fluviali e di transito. Entrambe le cime sono interessate da fortificazioni riconoscibili nel fossato e nel terrapieno, di forma pressoché ellissoidale, costruite con pietrame ammucchiato; sorgono sul margine di cresta e sono impostate per un controllo visivo dell'orizzonte eugubino e del Tevere.La cima di Monte Acuto, interessata, da un insediamento fortificato formato dal vallo e dall'aggere, ha subito nel tempo un processo di deterioramento, dovuto in parte all'azione dell'uomo e in parte agli agenti atmosferici.
La fortificazione è costruita sul cosiddetto "ciglio tattico" cioè sull'orlo della scarpata a picco naturale che delimita l'altura nel settore orientale, mentre gli altri lati, nord, ovest e sud, la dove il terreno è meno difeso, sono rafforzati all'esterno da un ampio fossato e da un terrapieno.
La presenza di materiali di età protostorica pertinenti all'orizzonte del Bronzo Recente-inizi Bronzo Finale, attestano cosi una frequentazione ed un uso della zona in
tale periodo: si tratta di frammenti di coppa carenata, ansa a cornetti, ansa a maniglia decorata con solcature e altri frammenti d'impasto molto grossolano pertinenti in prevalenza a recipienti da cucina.
Il castelliere, come luogo di difesa militare, fu abbandonato attorno al sec. X-XI a.c..
Dal sec. VI a.c., a un insediamento o posto di avvistamento già presente viene ad aggiungersi un nuovo compito, quello sacro.
Gli scavi all'interno dell'aggere, hanno messo in luce resti di un luogo di culto del sec. VI–IV a.C.: un recinto a pianta pseudo rettangolare di cui rimane solo una piccola parte dell'alzato, formato da murature a secco, larghe m. 2,5–3 c.a., con lastre di pietra ricavate sul posto, sovrapposte ed allineate con una certa regolarità.
Il luogo di culto sulla cima di M. Acuto e uno dei primi esempi di cui sono state individuate in parte le strutture relative alla sua organizzazione interna, contrariamente a quanto accade invece per la maggior parte dei santuari umbri, che vengono riconosciuti solo per la presenza di stipi votive con bronzetti. Infatti qui sono presenti tutti gli elementi per l'identificazione: il recinto, il sacello (l'area sacra), la zona sacrificale con le canalette ricavate, la stipe votiva ricolma di resti di quelli che sembrano sacrifici animali come bovini, bronzetti a figura umana ed animale e, non da ultimo, una fonte, una piccola vena in superficie, nel versante settentrionale del monte, poco distante dalla sommità, all'interno della boscaglia, ancora oggi usata dagli animali.
Gli ex voto di bronzo rinvenuti in tutta l'area di culto, nonostante il fenomeno di raccolta clandestina, agenti atmosferici e incuria, sono circa 1800. Sono a figura umana, oranti maschili e femminili, guerrieri, Marti, ed a figura animale, suini, bovini ed ovini. Offrire figure a forma di animale serve da ringraziamento e richiesta di protezione per l'allevamento del donatore.
Il santuario di Monte Acuto, frequentato dalla fine del sec. VI a.c. fino all'inizio del sec. IV a.c., venera una divinità non identificata precisamente ma, considerata la tipologia dei votivi e l'analogia con altri luoghi sacri della regione, riconoscibile in una divinità agricolo pastorale.
La sommità di Monte Acuto viene frequentata ancora in età ellenistica e romana come attestano alcuni frammenti ceramici, ed ancora nel sec. IV-V d.C. come dimostra un gruppo di monete di AE 3 e 4; la mancanza di riscontri fanno però ritenere si tratti di frequentazioni occasionali.
Ricerca e Sintesi
Strade e posti
Fonti
sintesi da UMBRI ED ETRUSCHI Genti di confine a Monte Acuto e nel territorio di Umbertide