Il castello
L
a prima testimonianza scritta di Monestevole proviene da colui che sembra detenerne delle prerogative signorili; costui è "Alegretti de Monesteolo" che compare tra i firmatari dell'atto del 1189 con il quale il Marchese Ugolino sottomette a Perugia tutta la sua terra e "Fractam filii Uberti"(Umbertide) in cambio di protezione e garanzie; essendo "Alegretti de Monesteolo" tra i testimoni e firmatari dell'accordo, potrebbe anche lui e i suoi beni essere compresi nel patto(1).Quattro anni dopo, nel 1193, un "Girardinus de Monesteolo" sembra aver avuto un ruolo attivo nelle azioni che consentono a Perugia di annettere i territori meridionali di Cortona e presso Castiglion del Lago(1). Va precisato però, che i fratelli Girardino e Quintavalle figli di Giardino, pur fregiandosi del predicato "de Monesteolo", hanno i loro interessi principalmente nei pressi del lago Trasimeno. Nel 1230 Girardino è tra i rappresentanti del comune di Perugia che stipulano un patto di amicizia con i cortonesi(2).
Il "Castrum Monesteoli" viene registrato nel primo elenco delle comunità del contado perugino nel 1258; nei censi del 1278-82 in "c. Monasteoli" si contano 51 focolari (famiglie)(3); nel 1410 nel distretto ci sono 206 bocche(4); nel 1438 e nel 1456 sono censiti 32 e 26 focolari, nel 1469 aumentano a 33 e nel 1501 si arriva a 46 focolari(3).
Nel 1332 la comunità del castello di Monestevole in P.S.A. è tra quelle che hanno l'onere di occuparsi della manutenzione dei tratti di strade di loro competenza(3).
Nel 1350 si ha la notizia che il castello aveva la necessità di fare molte riparazioni(5).
Nel 1395 il Consiglio di Perugia esenta la comunità di Monestevole dal pagamento delle tasse per 40 fiorini con l'obbligo di riparare la torre del castello. Nello stesso anno il Magistrato di Perugia elegge un nuovo Castellano(6) in Monestevole come nei Castelli di Romeggio, Castiglion dell'Abbate, e di Pietra Melina, Montalto e Castel d'Arno per impedire che questi siano occupati da Nobili fuoriusciti e ribelli della città(7).
Nel 1406 (o 1404) il Consiglio Generale di Perugia ordina, per la custodia del castello di Monestevole e de palazzi e fortini annessi, l'obbligo di far la guardia di notte e di giorno(6). In questi anni il territorio perugino è sotto la continua minaccia dalle truppe di Braccio Fortebracci e dalla fazione dei nobili che combattevano contro la città e che erano radunati a Città di Castello, Gubbio e in altri luoghi vicini(6)(8). Contro questi, Perugia invia alla Fratta alcune compagnie di fanti e cavalieri comandate da Ceccolino Michelotti. Sighinolfo Michelotti e Matteo di Vannolo hanno l'incarico di fortificare i castelli delle zone vicine per impedirne che siano presi dai soldati di Braccio e dei nobili suoi alleati(8).
Nel 1479 il castello di Monestevole subisce gravi danni; dopo l'uccisione di Giuliano dei Medici operata dalla congiura dei Pazzi, si scatena una guerra contro Sisto IV che aveva dato il suo appoggio ai congiurati tra i quali c'era il nipote Girolamo Riario e l'arcivescovo di Pisa Salviati; come ritorsione l'esercito fiorentino entra nelle terre pontificie fino a questi luoghi e mette tutto a soqquadro(5).
Il 5 ottobre 1480 il Comune assegna 30 fiorini per la costruzione di una cisterna da porre nel castello(6). In realtà si scopre che la richiesta dei denari per quest'opera era stata per tre volte presentata dal notaio dei Priori, Ercolano de Bartolo da Montenero e sempre respinta dal Collegio dei Camerlenghi ma che nonostante ciò, la domanda era stata ugualmente messa in esecuzione tra quelle approvate; Ercolano viene facilmente incolpato del gesto e il 5 novembre viene esonerato dall'ufficio che ricopriva; ma evidentemente Ercolano aveva, come si dice, le spalle coperte perché grazie a diverse lettere di raccomandazioni e numerose suppliche il 14 dicembre riesce a farsi riabilitare ma è ovviamente costretto a rinunciare alla cosa di Monestevole(9). Lascio a ognuno immaginare i motivi che hanno spinto Ercolano a spendersi tanto per questa causa che fa riflettere su quale fosse la reale utilità di opere simili finanziate anche in altri castelli del contado perugino.
Nel 1484 il Comune assegna a Monestevole 25 fiorini per risanare le mura(6).
Nel 1530 la famiglia Mattioli chiede e ottiene dalla città il permesso di ricostruire e rendere abitabile la torre che si trovava nella piazza al centro del castello che era in pessimo stato e che già la comunità gli aveva dato in concessione(6).
In un censiemnto di ville e castelli di Perugia presumibilmente risalente all'inizio della seconda metà del sec. XVI, nel "Castello de Monestevole" si contano 12 fuochi(10); nel 1656, nelle parrocchie di S. Leone e S. Simone nel castello si hanno in cura 158 anime(3)(oppure 160 anime(11)), nei censi pontifici del 1701 in Monestevole ci sono 149 anime, nel 1736 141 e nel 1854 si hanno 230 abitanti (forse in quest'ultimo censimento sono incluse altre zone)(11).
Monestevole è stato abitato fino agli anni intorno al 1950(8); l'ultima famiglia che vi ha risieduto fu quella dei Babucci che ancora (nel 1963) esiste e vive in zona. Nel 1963 quello che resta del castello è di proprietà della famiglia Palombi e della parrocchia di S. Bartolomeo dei Fossi(5).
Il castello aveva due porte*1: una dinanzi alla breve spianata con al fianco due torrioni, lì certamente c'era il ponte levatoio, l'altra è dalla parte opposta; entro le mura di cinta si innalzano una massiccia torre ed un piccolo campanile(5).
Una leggenda che si tramanda di padre in figlio, racconta che per la costruzione del castello si impiegarono moltissimi anni e tutta la popolazione ne fu impiegata; la pietra è della cava di Monte Acuto e venne trasportata mediante il "passa-mano"(5).
Il compianto Mo. Bonucci Raoul racconta che fino a qualche anno addietro (rispetto al 1963) le condizioni del castello erano molto migliori. "Dalla parte della spianata una porticina conduce alle carceri sotterranee, fino a una quindicina d'anni fa si contavano oltre quaranta scalini, ora però tutto e crollato." e ancora "Al centro del castello, in mezzo ad una piazza, c'è una cisterna. Vicino si vede una specie di pozzo nelle cui pareti sono conficcati degli uncini. La tradizione popolare vuole che lì vi si gettassero i colpevoli di grandi reati. Potrebbe invece essere stata una ghiacciaia per mantenervi fresche le cibarie."(5).
Nel 1963, come anche oggi, il castello si presentava come un ammasso di rovine dalle quali però si può benissimo rivederlo con l'immaginazione come poteva essere ai suoi tempi(5).
Le chiese
Chiesa di San Simone. Nel castello di Monestevole era la chiesa di S. Simone; la prima notizia di questa chiesa si trova nella bolla di Eugenio III del 1145 nella quale si conferma al monastero di S. Salvatore di Monte Acuto, tra gli altri beni, anche la "Cellam S. Simonis, cum Ecclesiis, & pertinentiis & c."(15)*2.
Nel sec. XIV la "Ecclesia Sancti Symeonis Monesteolo" è ancora documentata tra le chiese dipendenti dal monastero di S. Salvatore(13).
Nel 1332-34 il rettore "domino Petro rectore" paga le decime al vescovo di Perugia per conto della "ecclesie S. Symeonis de Monesteolo"(14).
La chiesa di "S. Simeone di Monasteole" la si trova nei documenti del monastero di S. Salvatore del 1383, 1453 e 1457(15).
Il vescovo Giovanni Andrea Baglioni concede il fonte Battesimale a questa chiesa nel 1447 e nel 1494 è consacrata a uso sacro(6).
Nel 1500 questa chiesa ha redatto un proprio catasto(6).
Nel 1495 "S. Simone di Monasteole" è ancora riportata tra i beni di S. Salvatore ma nel 1529 l'abbazia, come per altre chiese, rinuncia al suo possesso(15).
Nel 1560 alla parrocchia di S. Simone in Monestevole risulta unita la parrocchia di S. Leone in Monestevole(16).
Nel 1564 in questa chiesa è confermata l'esistenza del fonte battesimale concesso per "comodità di popolo"(16).
Nel 1577 si conosce che S. Simone era tra le chiese che versavano il "pleberium" alla pieve di S. Maria Assunta o di S. Gricignano di Pieve Petroia (a ovest di Monte Tezio)(16).
Nel 1578 il Vescovo Bossio tentò, senza riuscirvi, di disunire la parrocchia di S. Giovanni della Costa da quella di S. Maria in Monte Acuto e unirla alla parrocchia di S. Simone in Monestevole(16).
Nel 1821 la parrocchia di S. Simone è unita provvisoriamente alle parrocchie di S. Maria in Monte Acuto, S. Bartolomeo in S. Bartolomeo dei Fossi e S. Michele Arcangelo in Racchiusole(16).
Nel 1855 la parrocchia viene ancora temporaneamente unita alla parrocchia di S. Bartolomeo dei Fossi(16); in realtà l'unione permane nel tempo, come documentato dalla parziale appartenenza del castello di Monestevole a S. Bartolomeo ancora nel 1963(5).
Sembra che nel 1847 circa, il fonte battesimale in S. Simone era ancora presente(16)*3.
La chiesa di S. Simone si trovava immediatamente a lato nella parte sinistra dell'ingresso del castello(8).
Chiesa di San Leone. La "Ecclesia Sancti Leonis de Bovana" è documentata nel sec. XIV tra le chiese dipendenti dal monastero di S. Salvatore(13).
Nel 1332-34 il rettore "domino Blaxio rectore" assolve al pagamento delle decime alla diocesi perugina per la "ecclesie S. Leonis de Bevano"(14).
"S. Leone di Bevana" è citata nei documenti dell'abbazia del 1383, 1453 e 1457 e nel 1495 "S. Leone di Monasteole" è ancora nell'elenco dei beni di S. Salvatore; nel 1529 l'abbazia, come per molti altri beni, rinuncia al suo possesso(15).
Nel 1560 la parrocchia di S. Leone si trovava unita a quella di S. Simone in Monestevole(16).
Nel 1751-1800 la chiesa risulta diruta(6).
Oggi una località chiamata "Bovara" (IGM) o "Bovana" (carte regionali) è presso un'altura a 1,4km a ovest-sud-ovest da Monestevole (coordinate GPS 43.259017, 12.274651).
Chiesa di San Donato. Sempre nel territorio di Monestevole era la chiesa di S. Donato(3).
La chiesa di S. Donato in Valle Oscura è localizzata nel distretto di Monestevole ma sembra in qualche modo legata alla chiesa S. Michele Arcangelo di Racchiusole (vedere Castello del Bisciaro)(6).
Oggi una località S. Donato è a 1,9km a sud-ovest da Monestevole (coordinate GPS 43.251071, 12.271114).
Chiesa di Santa Maria Maddalena. Nei limiti della chiesa di S. Simone era la chiesa di S. Maria Maddalena da Montoni con Beneficio Ecclesiastico(6).
Questa chiesa è registrata nel catasto del 1489 con 4 terreni; nel 1500 ha redatto un proprio catasto(6)(3).
Questa doveva trovarsi in "villa Montonum districtus castri Monesteoli"(1388)(12); oggi il vocabolo "Montoni" (carte regionali) o "C.se Montoni" (IGM) è a 1,8km a nord-ovest di Monestevole (coordinate GPS 43.268256, 12.270085).
Chiesa di San Giovanni della Costa. Nel territorio del castello di Monestevole è indicata anche la chiesa di S. Giovanni di villa Costa di S. Giovanni(6); questa sembra avere rapporti certi con le chiese di S. Leone e S. Simone, tutte dipendenti dal monastero di S. Salvatore. La chiesa è descritta in una sua pagina (vedere Chiesa della Madonna della Costa).
Ricerca e Sintesi
Strade e posti
Fonti
(1) Codice diplomatico del Comune di Perugia, periodo consolare (1139-1237).
(2) Repertorio delle famiglie e dei gruppi signorili nel perugino e nell'eugubino tra XI e XIII secolo.
(3) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.
(4) Documenti di storia perugina.
(5) Umbertide-abbazie-eremi-templi-ville-feste-folklore-sacro eremo di Monte Corona-castelli medioevali.
(6) Belforti-Mariotti.
(7) Preggio - Piccola grande storia di un paese dell'appennino umbro.
(8) Umbertide e il suo territorio.
(9) BDSPU - Cronaca perugina inedita di Pietro Angelo di Giovanni.
(10) Le piante et i ritratti delle Città e Terre dell Umbria Sottoposte al Governo di Perugia.
(11) La popolazione dello Stato Romano (1656-1901)/Corografia d'Italia gran dizionario storico geografico-statistico.
(12) san.beniculturali.it
(13) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.
(14) Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV.
(15) Dissertazione.
(16) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.
Note
*1 Belforti-Mariotti nel 1751-1800 affermano che "v'è accesso che per una strada".
*2 Tra i beni del monastero, ci sono altre chiese omonime, di "S. Paterniano e S. Simone" e "S. Simon. di Pietra Melina", che possono indurre in errore; queste però compaiono solo nell'elenco del 1495 e sembra in nel 1501(15).
*3 La fonte(16) ipotizza questa data sottolineando come ancora nel 1819 il vescovo Cittadini ci si reca per una visita pastorale; in verità l'ultima visita pastorale sembra avvenuta nel 1796(16). Considero comunque valida l'ipotesi della presenza del fonte battesimale intorno al 1847, poco prima dell'ultima unione parrocchiale del 1855.